ALESSANDRO COCCHIERI 

"IN CERAMICA" 

 

La “materia” ceramica permette diverse possibilità di espressione che si prestano alla lettura contemporanea; accreditandosi “così” come uno dei linguaggi “artistici” tornati d’attualità all’interno dell’universo dell’arte. Bisogna “chiaramente” porre distinzione tra chi ha fatto della ceramica il materiale d’elezione per la realizzazione di opere d’arte rispetto all’approccio a questa “materia” da parte di artisti contemporanei che “notoriamente” esprimono la loro poetica utilizzando altri mezzi e materiali. Nonostante “oggi” si è portati a dire “con troppa leggerezza” che l’arte contemporanea ama la ceramica e, grazie “anche” al differente approccio della critica, la ceramica non riveste più il solo status di arte minore e decorativa; va comunque affrontata una profonda analisi sul perché è sempre più frequente l’utilizzo di questa materia come “media” e “traduzione” plastica e visiva di un linguaggio artistico e concettuale prima che contemporaneo. Con questo progetto – presentato in anteprima al MAXXI L’Aquila nello scorso luglio - tentiamo di dare alcune risposte attraverso l’analisi dei lavori in ceramica di Alberto Garutti, Felice Levini, Donatella Spaziani, H.H. Lim, Gino Sabatini Odoardi, gettando “altresì” le basi per un approccio critico in riferimento a questo crescente fenomeno; il tutto innestato tra i capolavori di Galileo Chini nella permanente del Chini Museo.

 

Gino Sabatini Odoardi, Senza titolo, 2023. L’opera di Gino Sabatini Odoardi, invece, richiama uno degli elementi a lui più cari, il bicchiere da osteria che nel supporto ceramico perdona la consueta trasparenza a favore di una trasposizione materica e cromatica. L’installazione si compone di una serie di dodici bicchieri su mensola, undici bianchi e uno rosso sui quali l’artista è intervenuto con un tratto sismografico a matita.

 

Borgo San Lorenzo (Firenze), 2023

 

* Articolo pubblicato sulla rivista Segno, n. 293, Novembre/Dicembre 2023, pag. 23;