SILVIA PEGORARO

"SPAESAMENTI"

 

Un raffinato, concettuale erede della Metafisica può essere considerato Gino Sabatini Odoardi, che decontestualizza l’oggetto d’uso e lo consegna all’assoluto, anche attraverso una costante ricerca sulla monocromia (il bianco, soprattutto) . Ne è un esempio l’installazione Senza titolo con ciotola 2007 (sovrastata dall’inedita fotoinstallazione Ostia, 2008) dove una cuccia per cani viene magicamente ibridata con una chiesa romanica, proprio secondo quella compenetrazione di antico e moderno, di quotidiano e di straordinario che caratterizza il lavoro di De Chirico. In altri lavori – appositamente concepiti per questa mostra e collocati nei cosiddetti “Ruderi” di Castelbasso - ritroviamo anche il geniale procedimento tecnico della termoformatura, basato su un trattamento termico di materiali plastici. L’ “oggetto trovato” nella quotidianità (erede dell’object trouvé surrealista), sottratto al flusso del reale e “astratto” da esso, viene affidato a una dimensione poetica complessa: ecco allora la splendida bicicletta “vecchia”, reperto del luogo, nei dittici  Senza titolo con Bi-cycle e Bi-cycle,  e la locomotiva giocattolo di La Durata pugnalata,  che si richiama al dipinto di Magritte La "Durée poignardée" (1938), a sua volta ispirato alle numerose locomotive delle Piazze metafisiche di De Chirico.

 

Ravenna, Luglio 2008

 

* Testo pubblicato in occasione della mostra collettiva “Spaesamenti: 7 artisti intorno a De Chirico” a cura di Silvia Pegoraro (12 Luglio - 24 Agosto 2008), Borgo Medioevale, Castelbasso (Te). Ed. Associazione Amici per Castelbasso (Te), 2008, p. 3.