CECICLIA CASORATI

"UNA LETTERA"

 

Caro Gino, eccomi qui a scrivere del tuo lavoro in un momento in cui, più che riflettere sulle cose dell’arte, vorrei visitare paesi sconosciuti, incontrare temperature sorprendenti e visioni inaspettate, fuori dai luoghi comuni, dai percorsi che, paradossalmente sempre identici tra loro, segnalano il “territorio magico” che abbiamo scelto di attraversare.

Perché questo testo? Non è la prima volta che mi chiedo quale interesse - se si esclude il proverbiale e un po’ abusato narcisismo - possa avere un artista nell’affidare alle parole di altri il proprio lavoro. Le parole hanno il potere di far sparire le cose e, aggiunge Blanchot, “di farle apparire in quanto scomparse”. Su questa piccola verità (o gigantesca illusione) si fonda la scrittura critica; e tuttavia questo non significa che bisogna abbandonare l'immaginario a vantaggio di una descrizione piatta, benché correttamente pomposa, di ciò che vediamo.

Forse è un’esortazione ad immaginare quello che ho visto oltre e dopo la tua mostra al Museo Laboratorio della Sapienza? Al di là di quello che “succede ogni giorno e che si ripete ogni giorno, il banale, il quotidiano, l’evidente, il comune, l’ordinario, l’infra-ordinario, il rumore di fondo, l’abituale”?

Anche tu ti ostini a dare forma all’impossibilità, a sovvertire le consuetudini e a irridere i luoghi comuni, a mostrare la progettualità delle contraddizioni che regolano il tuo pensiero, a esibire la sorpresa come strumento di conoscenza.

A bocca aperta, però, è quasi impossibile parlare, si possono tutt’al più emettere suoni difficili da decifrare; si è costretti al silenzio dallo stupore dell'espressione.

Davanti alla marginalizzazione della cultura e alla mancanza di punti di riferimento significativi, hai elaborato un linguaggio opposto a quello della comunicazione globale, un linguaggio frammentario, volutamente ironico, suggerendo agli spettatori di farsi sorprendere.

 

Il perché del mio testo va forse ricercato nel titolo dell’installazione: Si beve tutto ciò che si scrive?

Aspetto una tua risposta

 

Un saluto affettuoso

Cecilia Casorati

 

Roma, Giugno 2003

 

* Testo critico pubblicato sul libro monografico "Controindicazioni", nella collana del MLAC artisticaMente  n. 14, raccolta di saggi, documenti ed interviste a cura di Simonetta Lux e Domenico Scudero, ed. Lithos, Roma, 2003, p. 39 in occasione della mostra personale “A boccaperta” a cura di Maria Francesca Zeuli (7 Giugno -  27 Giugno 2002), MLAC Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università degli Studi “La Sapienza” - Roma.