ALBERTO D'AMBRUOSO

"SENZA TITOLO CON SEDIA"

 

Gino Sabatini Odoardi sceglie di presentare per la mostra un light box nel quale protagonisti sono due oggetti: una sedia e un drappo. Il drappo con le sue pieghe è uno degli elementi identificativi della ricerca dell’artista intesa come metafora della vita nel suo replicarsi all’infinito, nel suo illimitato riprodursi. Esso cela tracce e segni che coincidono con gli elementi essenziali della percezione, luce/ombra, bianco/nero, interno/esterno. I panneggi in altre parole raccontano quelli che sono gli innumerevoli risvolti della vita, dove niente è chiaro e rivelato. Scrive l’artista a proposito di questo lavoro: “La sedia cede alla forza di un drappo disciplinato. Si controbilancia un gesto abituale. Entrambi sottendono un miracolo fuori asse, ridisegnando una nuova livellatura. L’equilibrio trova dimora in un punto noto ma poco consono alla gravitazione ordinaria. Il baricentro è complice nel portamento ma non privo di domanda. Ci si rinnova in postura sublimando una neo-piega plastica”. L’immagine dell’incontro tra due elementi tra loro così diversi rievoca l’associazione d’immagini surrealista e in particola del poeta Lautremont nel celebre verso: Bello come l’incontro sul tavolo da dissezione di un ombrello con la macchina da cucire”.

Frosinone, luglio 2018

 

Roma, febbraio  2018

 

* Testo critico pubblicato sulla Collana "I Quaderni dell'Accademia - ABAFR" a cura di Carla Crosio, in occasione della mostra "Garantito Accademia / Docenze d'Artista" Museo MACA, Palazzo Tiravanti, Accademia di Belle Arti, Frosinone. Dal 24.02.2018 al 17.03.2018.